Comunicato Stampa 09/04/2019
Oggetto:  Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni infermieristiche della Sicilia incontra i funzionari dell’assessorato della Salute. Gli infermieri dichiarano: “non bastano le stabilizzazioni e i concorsi annunciati per garantire la sicurezza delle cure” ma necessita incrementare le dotazioni organiche.

Oggi, presso la sede dell’Assessorato della Salute, i rappresentanti della professione infermieristica hanno incontrato e dibattuto con i funzionari dello stesso organo, purtroppo assente l’assessore Ruggero Razza, al fine di definire le istanze da tempo perorate dagli infermieri per garantire qualità e sicurezza delle cure. La priorità assoluta riguarda l’adeguamento delle dotazioni organiche al reale bisogno assistenziale che scaturisce dal mutato contesto epidemiologico e dall’accresciuta complessità dell’assistenza stessa. E’ indispensabile che i vertici istituzionali emanino le nuove line guida e i relativi coefficienti per l’attribuzione delle dotazioni organiche tenendo conto delle criticità rappresentate dal coordinamento a tutela della salute dei cittadini. La nostra mission istituzionale, di ente sussidiario dello stato, ci impone di vigilare affinché gli atti aziendali e le nuove dotazioni organiche delle Aziende Sanitarie siciliane garantiscano i LEA attribuendo un rapporto adeguato infermiere paziente in tutte le Unità Operative. Si ritiene fondamentale abolire l’obsoleta definizione di bassa intensità assistenziale in quanto il personale infermieristico delle degenze così definite sopporta un immane carico di lavoro che impone, loro malgrado, di fare delle scelte di priorità assistenziale incrementando le cure mancate e favorendo l’escalation del rischio clinico. In merito agli organici delle strutture private accreditate, addirittura, numericamente inferiori a quelli del pubblico, è stato chiesto di abrogare la legge 39/88 in quanto obsoleta nella forma e nella sostanza. L’incontro è stato propizio per presentare alcuni progetti che vedono protagonista l’infermiere nell’affrontare la problematica dell’assistenza nella cronicità. All’uopo è stata richiesta la realizzazione delle Unità Operative a gestione infermieristica, questo faciliterebbe l'assistenza sanitaria tra la fase di dimissione protetta, dopo il superamento delle cure ospedaliere, e le cure domiciliari a garanzia della continuità assistenziale. Lo stesso dicasi per il contributo che darebbe l’infermiere di famiglia nella presa in carico dei pazienti con pluripatologie in collaborazione con il MMG. Auspichiamo a breve l’implementazione di entrambi i progetti. E’ stata riproposta la necessità di favorire e regolamentare l’accreditamento degli ambulatori Infermieristici di iniziativa privata. In conclusione, riteniamo inammissibile non investire sul bene salute dei cittadini e la situazione contingente dell’innalzamento del tetto di spesa deve orientare verso la valorizzazione dell’infermiere cuore del cambiamento del sistema sanitario siciliano a sostegno della qualità e della sicurezza delle cure.










Comunicato Stampa Incontro Coordinamento Regionale Collegi I.P.A.S.V.I. Sicilia
con L'Assessore alla Salute Reg. Sicilia        
On. B. Gucciardi.



Oggi 05 settembre 2015, presso il Collegio IPASVI di Trapani, i Presidenti dei Collegi Provinciali IPASVI della Regione Sicilia, riuniti nel Coordinamento Regionale, hanno incontrato l’assessore alla salute On. B. Gucciardi. Oggetto dell’incontro la stesura degli Atti Aziendali inerenti le Dotazioni Organiche delle Aziende Sanitarie della Regione Siciliana; la definizione di standard assistenziali adeguati ai LEA e l’incremento delle risorse infermieristiche e del personale di supporto OSS. Durante l’incontro, alquanto propositivo, sono state sviscerate le problematiche che quotidianamente il professionista infermiere affronta per compensare le criticità organizzative gestionali determinate dall’inadeguatezza degli organici infermieristici e del personale di supporto.
Con estrema gratitudine vogliamo mettere in risalto la disponibilità e l’attenzione dell’assessore nei confronti delle corpose istanze del Coordinamento Regionale IPASVI già promotore degli emendamenti alle linee di indirizzo regionali sulla determinazione degli organici infermieristici.
 La delegazione IPASVI ha ribadito che purtroppo la regione Sicilia non ha investito sulla risorsa infermiere e difatti, come è noto, risulta tra le regioni più povere quanto a risorse infermieristiche.
 Nel ribadire l’impossibilità ad evadere la domanda di assistenza dei cittadini, da parte del personale infermieristico, a causa della sempre più insufficiente dotazione organica dimostrato dallo sforamento del badget dello straordinario con la reperibilità utilizzata per sopperire all’ordinario. E’ stata evidenziata la sottostima delle specialità definite di base: chirurgia generale e medicina interna in quanto non è adeguatamente stimato il progressivo aumento dei pazienti cronicamente riacutizzati che necessitano dell’ospedalizzazione per la loro complessità clinico assistenziale. Le criticità quotidianamente affrontate in queste corsie non emergono perché mancano adeguati indicatori di complessità.
Essenziale nella rideterminazione del fabbisogno di personale infermieristico, il rapporto medico / infermiere, rapporto che andrebbe rideterminato nella misura di 2 infermieri per medico. Tale parametro è da tenere in considerazione prioritariamente rispetto agli standard indicati nelle linee guida, per area di intensità di cure.
Altrettanta importanza riveste la rideterminazione del personale di supporto, Operatore Socio Sanitario, indispensabile che tale figura possa gradualmente sostituire la figura degli ausiliari socio sanitari,  a questo riguardo dovrà considerarsi, come supporto all’infermiere, esclusivamente l’operatore sanitario con il profilo di O.S.S. i cui compiti sono orientati a soddisfare i bisogni primari della persona, all’assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero e all’intervento igienico sanitario e di carattere sociale.  Per quanto riguarda i coefficienti per tale figura professionale è stato suggerito un adeguamento nel rapporto di 0,30 – 0,50 per posto letto. E’ stato denunciato l’attuale utilizzo di personale non qualificato, con contratto di operaio, che vicaria il personale di supporto.
 E’ stata riaffermata la necessità strategica di puntare ad una organizzazione dell’assistenza infermieristica imperniata sull’autonomia gestionale e garantita dall’istituzione del servizio infermieristico in tutte le ASP della Regione.
Riteniamo alquanto significativi gli impegni presi dall’assessore - nel programmare un successivo incontro, nel mese di ottobre, per ridiscutere le criticità esplicitate oggi, dai rappresentanti dell’IPASVI, alla luce dell’imminente presentazione degli atti aziendali e relative dotazioni organiche da parte dei Direttori Generali; - nel sollecitare i Direttori Generali ad inserire le U.O. del Servizio Infermieristico nei relativi funzionigrammi aziendali.



(Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia)

COORDINAMENTO REGIONALE COLLEGI I.P.A.S.V.I.

S I C I L I A

Prot. 16/2015                   

Siracusa 21/04/2015

                                                                                                                                                                                                                                         All'Assessore alla Salute

                                                               PEC: assessorto.salute@certmail.regione.sicilia.it

Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico

PEC: dipartimento.pianificazione.strategica@certmail.regione.sicilia.it

Dipartimento Pianificazione Strategica

PEC:  dipartimento.attivita.sanitarie@certmail.regione.sicilia.it

All’ ARS - Assemblea Regionale Siciliana

 VI Commissione - Servizi sociali e sanitari

                                                                                 Al        Presidente della Commissione

                                                                                                      On. Giuseppe Digiacomo

                                                    Ai    V. Presidenti della Commissione

                                                                                                  On. Vincenzo Fontana

                                                                                    On. Stefano Zito

PEC: commissione_vi@ars.sicilia.it

 

Oggetto: Linee di indirizzo Regionali per la rideterminazione delle Dotazioni organiche

È opportuno precisare, innanzitutto, che gli scriventi Collegi IPASVI riuniti nel Coordinamento Regionale, sono Enti di tutela della salute dei cittadini e portatori degli interessi dei 26.000 infermieri siciliani rappresentati e, nel proprio ruolo di rappresentanza, intendono offrire all’Assessorato alla Salute Regione Sicilia la propria collaborazione.

Atteso che, si apprezza con grande favore il nuovo orientamento tendente a superare le discipline specialistiche orientandosi verso il modello della complessità assistenziale; si condivide una determinazione delle dotazioni organiche che si basi non sulle specialità cliniche ma sulle complessità clinico assistenziali presentati dagli assistiti, in considerazione di una epidemiologia sempre più critica, pluripatologia e cronica  in relazione al diverso grado di intensità di cure. Le afferenti aree individuate non potranno che favorire una riorganizzazione maggiormente flessibile e adattabile, basata sulla definizione di processi a gestione specialisti.

Ciò premesso, secondo quanto pubblicamente deliberato all'unanimità dal Coordinamento Regionale dei Collegi IPASVI della Sicilia nell'adunanza del 21/04/2015, con la presente pur tuttavia si esprimono le  preoccupazioni dell’intera categoria professionale che già esausta, per una condizione lavorativa perennemente in emergenza, teme che la rideterminazione della dotazione organica, conseguenziale alla riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliero - territoriale della Regione Sicilia, varata dal D.A. 14 gennaio 2015 non tenga conto della già grave criticità assistenziale ed emani linee di indirizzo che non consentano alle Aziende del S.S.R. di adeguarsi agli standard di appropriatezza, di efficacia e di efficienza previsti dal Patto della Salute 2011 – 2013.

Si reputa opportuno modificare i coefficienti % attribuiti nella bozza delle linee di indirizzo, dal momento che sottostimano la complessità e la criticità assistenziale e il carico di lavoro rispetto alla precedente determinazione, che d’altra parte già non garantiva un adeguato rapporto numerico infermieri – pazienti; in questo senso va sottolineato che la miriade di nuovi processi intervenuti  (rete cuore, rete ictus, lungo degenza, hospice, RSA) ha di fatto depauperato il già esiguo personale dedicato all’assistenza, sottraendolo alle specialità definite di base.

Pertanto, sulla base dei contenuti espressi nel documento, peggiorativo per tutte le aree, si rappresentano a mò di esempi le seguenti considerazioni, proponendo relative modifiche.

In merito alle terapie intensive il coefficiente 1,75 è sicuramente peggiorativo rispetto al rapporto 2 a 1 che i riferimenti normativi hanno sempre mantenuto. Impossibile erogare 500 - 600 minuti/die di assistenza infermieristica, previsti dalla Delibera CIPE del 1984 che aggiornava il DPR 128 del 1969.

Per quanto riguarda i Pronto Soccorsi si ritiene necessario stabilire dei parametri in base agli accessi e un approfondimento particolare legato a una situazione a tutt’oggi mal gestita provocata dalla mancanza del filtro territoriale. E’ palese la criticità permanente dei PS, conseguenziale alla massa di popolazione che vi si riversa per cercare di soddisfare le proprie esigenze, bypassando le alternative proposte dal sistema sanitario regionale. E’ necessario “soccorrere” gli infermieri che lavorano in prima linea, come al triage, potenziando il front office con l’aggiunta di risorse umane atte a fronteggiare un’emergenza costante: prevedere, al triage, dei pronto soccorsi che superano i 35.000 accessi due unità per turno per alleggerire il carico di stress; l’unità di servizio (ambulatorio) deve prevedere due infermieri e un OSS; l’OBI due infermieri e due OSS per turno.

Alquanto semplificativa si ritiene la stima per le attività di sala operatoria, almeno due unità di personale infermieristico per sala operatoria e per turno operatorio, definita nella bozza. Per soddisfare e garantire gli adempimenti normativi Ministeriali, inerenti la sicurezza del paziente, la ceck list e la tracciabilità, il fabbisogno dovrebbe sempre prevedere minimo 3 unità così definite: “anestesia”, “strumentista”, “circolante”.

Per le specialità definite di base: chirurgia generale e medicina interna il coefficiente 0,50 è palesemente insufficiente. In merito alla medicina interna erroneamente classificata come specialità di base non è adeguatamente stimato il progressivo aumento dei pazienti cronicamente riacutizzati che necessitano dell’ospedalizzazione per la loro complessità clinico assistenziale: non sono gestibili dallo specialista d’organo e confluiscono in medicina anche nella fase acuta perché l’intasamento dei MCAU li smista ancor prima della stabilizzazione; identica cosa avviene con il trasferimento del paziente critico e complesso dalla terapia intensiva, alla medicina, che dimette il paziente relativamente meno grave per far posto in urgenza al politraumatizzato. Queste ed altre criticità quotidianamente affrontate in queste corsie non emergono perché mancano adeguati indicatori di complessità e pertanto è gravissima la sottostima delle risorse assistenziali necessarie. Lo stesso dicasi per la chirurgia generale che ad esempio negli ospedali di secondo livello svolge anche attività di chirurgia d'urgenza. In definitiva è errato parlare di medina e chirurgia come unità di base; pazienti costantemente monitorizzati e utilizzo di tecnologie quali: pompe infusionali e nutrizionali, assistenza ventilatoria non invasiva, rientrano sicuramente nella complessità assistenziale.

L’assistenza definita di base necessita dell’inserimento di una clausola di salvaguardia, al fine di garantire adeguati ed appropriati livelli assistenziali, una dotazione organica infermieristica minima a turno non inferiore a due per Unità Operativa Assistenziale fino a 12 pazienti da assistere e tre unità per turno se i pazienti da assistere sono 24. Ovverosia un rapporto infermiere paziente di 1 a 8. Infatti il Ministero della Salute, nelle “Raccomandazioni per la prevenzione della morte o grave danno derivanti da errori in terapia farmacologica”, indica come indispensabile la presenza di due infermieri al momento della preparazione di farmaci frequentemente usati nelle corsie ospedaliere come per il doppio controllo prima della trasfusione di sangue.

Non si comprende la rivisitazione (pag. 10) della figura degli “Ausiliari”, i quali, non avendo competenze assistenziali, non rientrano nel funzionigramma organizzativo gestionale dell’ambito assistenziale.

Si reputa del tutto insoddisfacente il parametro (0,10 – 0,20) di O.S.S. in rapporto al numero di posti letto e alquanto limitativa la richiesta di una maggiore presenza di detto personale nei soli reparti di ortopedia, geriatria, lungodegenza. I proposti rilievi sono connessi all’avvertita esigenza di qualità ed appropriatezza delle prestazioni erogate: la migliore qualità delle prestazioni, in effetti, è funzione del pieno rispetto delle diverse professionalità coinvolte nel processo dell’assistenza sanitaria. In merito a questa problematica, considerato che molte aziende suppliscono alla carenza di questa tipologia di personale con l’esternalizzazione, si invita questo assessorato a vigilare affinché il personale richiesto dalle aziende alle cooperative abbia un contratto di OSS e non di operaio, condizione necessaria per non dequalificare del tutto l’attività assistenziale dovuta ai pazienti nelle attività di vita.

Con riguardo specifico alle linee di indirizzo, si chiede di rimediare alla mancata inclusione dei dirigenti delle professioni sanitarie nel punto in cui si fa riferimento alla dirigenza sanitaria non medica atta a garantire la costante ed efficiente erogazione dei servizi sanitari attraverso modelli che mirano all’umanizzazione ed alla personalizzazione dell’assistenza, secondo quanto previsto dall’art. 4 dell’allegato A del Decreto 10 agosto 2012, anche attraverso l’istituzione strutturata del Dirigente della U.O. Professionale Infermieristica, previsto dalla L. n. 251/2000 e dalla  L.R. 15 febbraio 2010, n. 1, in possesso della laurea specialistica o magistrale.

Per le esposte ragioni, il Coordinamento scrivente chiede la piena applicazione del citato decreto che all’art. 3 recita: “L’istituzione ed attivazione delle UU.OO. di cui al presente decreto rientrano negli interventi strategici aziendali indicati dal vigente piano sanitario regionale e dal relativo documento applicativo di “Linee guida per l’attuazione dei piani attuativi aziendali” e costituiranno oggetto di valutazione dei direttori generali”.